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Pensieri su il “Pendolo di Foucault” di Umberto Eco: intrighi, i misteri e sapienza

Copertina de il Pendolo di Foucault di Umberto Eco, edizione Bompiani

Copertina de il Pendolo di Foucault di Umberto Eco, edizione Bompiani

Il pendolo di Focault: la trama

Il Pendolo di Foucault di Umberto Eco, un romanzo che vi lascerà a bocca aperta per la sua trama avvincente e la sua erudizione.

Pubblicato nel 1988, questo bestseller internazionale vi condurrà in un’avventura straordinaria attraverso la storia, la filosofia e i misteri del mondo: preparatevi a un viaggio indimenticabile.

Questo albo racconta la storia di tre amici, Casaubon, Diotallevi e Belbo, che lavorano in una casa editrice di Milano specializzata in opere esoteriche. Un giorno, quasi per gioco, decidono di inventare un complotto che coinvolge i Templari, gli Illuminati e altre società segrete. Ma quello che inizia come un divertissement si trasforma in una spirale di eventi incontrollabili, che li porterà a confrontarsi con le loro paure più recondite, i loro desideri e le loro più impensabili ossessioni.

Umberto Eco: l’autore de “il pendolo di Focault”

Nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932 e scomparso a Milano il 19 febbraio 2016: figura fondamentale della letteratura italiana, Umberto Eco è stato semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, bibliofilo e medievista. Con il suo stile inconfondibile e la sua sapienza enciclopedica, riesce a creare un thriller intellettuale coinvolgente e appassionante. La trama è avvincente e ricca di colpi di scena, e vi terrà incollati alle pagine fino alla fine. Ma “Il Pendolo di Foucault” è anche un’opera di grande profondità, che vi farà riflettere sul potere delle idee e sulla natura umana.

Tra gli ingredienti che rendono questo romanzo irresistibile, spiccano la sua ambientazione evocativa e i personaggi ben caratterizzati. Eco vi condurrà attraverso luoghi affascinanti, dalle cripte di Parigi ai castelli della Provenza, passando per le sinagoghe di Praga e i musei di Istanbul. Ogni luogo è descritto con cura e vi farà immergere in un’atmosfera magica e misteriosa.

I personaggi di Il Pendolo di Foucault sono anch’essi memorabili. Casaubon, Diotallevi e Belbo sono tre uomini diversi tra loro, ma accomunati dall’intelletto e dalla curiosità. La loro amicizia, i loro dialoghi brillanti e le loro riflessioni vi faranno apprezzare ancora di più questa avventura.

Il romanzo è anche un tesoro di riferimenti culturali, storici e letterari. Eco gioca con le teorie del complotto, mescolando fatti reali e invenzioni, in un gioco di specchi che vi farà interrogare sul confine tra verità e finzione. Il Pendolo di Foucault è un libro che vi sfiderà intellettualmente e vi farà apprezzare la bellezza della conoscenza.

In conclusione, questo libro è una vera e propria opera imperdibile, un romanzo che vi terrà con il fiato sospeso e vi stimolerà a ogni pagina, sia per le sue caratteristiche – innegabilmente insuperabili – di Eco, sia per l’interessante mescolanza di elementi storici, eclettici ed esoterici.

Il pendolo di Focault di Umberto Eco: la citazione

Nel romanzo, uno dei personaggi, Jacopo Belbo, riflette sui tipi di persone che incontra nella vita, distinguendole in tre categorie: stupidi, cretini e matti. Belbo spiega come gli stupidi siano una sottocategoria dei cretini, e come sia possibile ragionare con un cretino, mostrandogli che ragiona male. Gli stupidi, invece, credono di ragionare correttamente e non ammettono di sbagliare. I matti, d’altra parte, sono ancora più difficili da affrontare, poiché ragionano troppo bene e riescono a convincerti del loro punto di vista. Belbo sottolinea che i matti sono più pericolosi degli stupidi, in quanto è più difficile riconoscerli.

Ecco le parole del discorso, come riportate nel libro:

Divido il genere umano in tre categorie: gli stupidi, i cretini e i matti.
Tutti gli stupidi sono cretini, ma non tutti i cretini sono stupidi. Quindi gli stupidi sono una classe inclusa nella classe dei cretini. I matti, invece, stanno da un’altra parte. Con un cretino puoi sempre ragionare, perché gli fai vedere che lui ragiona male e ti dà ragione. Lo stupido no, lo stupido crede di ragionare bene, e allora non ti dà ragione e ti fa perdere tempo.

Ma col matto non puoi ragionare perché ragiona troppo bene. Il matto ti dimostra che non hai ragione, e quando gli fai vedere che ragiona male, ti dà ragione. Non si sa mai se ti dà ragione perché ha capito di ragionare male o se ti dà ragione perché è matto e ragiona bene.

Il matto ti fa più paura dello stupido perché lo stupido lo riconosci subito mentre il matto no, almeno all’inizio.

“Credo che si diventi quel che nostro padre ci ha insegnato nei tempi morti, mentre non si preoccupava di educarci. Ci si forma su scarti di saggezza.”

 

Se hai apprezzato questa recensione de “Il pendolo di Focault” di Umberto Eco, ti consiglio di leggere anche la recensione del libro “Lezioni di Fotografia” di Luigi Ghirri oppure scopri la sezione dedicata all’editoria, cliccando qui.

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